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Dopo la Preparazione del genocidio, le vittime sono identificate e divise secondo le loro identità etniche o religiose. Vengono fatte delle liste di nomi e, nel genocidio di Stato, i membri dei gruppi presi di mira possono essere costretti a indossare simboli identificativi, sono privati delle loro proprietà e, a volte, sono persino segregati in ghetti, per poi essere deportati nei campi di concentramento. Altre volte sono confinati in una regione colpita dalla carestia e lasciati morire di fame. Sono introdotti programmi di sterilizzazione forzata o di aborti obbligati. I bambini vengono portati via con la forza dai loro genitori. I diritti umani del gruppo delle vittime vengono sistematicamente violati attraverso esecuzioni extragiudiziali, torture e trasferimenti forzati. Iniziano i primi atti di massacro. Questi sono atti di genocidio perché distruggono intenzionalmente parte di un gruppo. I perpetratori osservano le reazioni internazionali. In base a queste si capirà come continuare. Per questo bisogna essere attenti e pronti a dichiarare un’emergenza da genocidio. Le grandi potenze, le alleanze regionali, l’ONU dovrebbero mobilitarsi per preparare un intervento internazionale armato, o fornire una massiccia assistenza al gruppo delle vittime per prepararsi alla sua difesa. L’assistenza umanitaria dovrebbe essere organizzata dall’ONU e da gruppi di soccorso privati per l’inevitabile ondata di rifugiati che verranno.

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