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Smisi di essere pura quel giorno. Sul tram, all’altezza di Singerstraße, quando la vidi prendere posto accanto a me. Quel giorno, più di ogni altra cosa desiderai che la mia mano sfiorasse la sua, per morirvi dentro. Su quel tram rimasi immobile innamorandomi piano del suo profumo che mi pareva potesse saturare l’intero scompartimento.

Smisi di essere pura esplorando il suo corpo, insieme con il mio, quando i miei capelli si mischiarono con i suoi, quando la mia bocca accolse i suoi umori e i miei polmoni respirarono i suoi odori.

Smisi di essere pura quando nuda indossai il suo cappotto e mi sporsi dalla finestra aspirando la sua sigaretta. Così dissi al mondo di aver perso la dignità. Divenni abietta medicando le sue ferite, accarezzando la sua pelle, lavando la sua schiena, intrecciando i suoi capelli.

Divenni imperfetta mostrando a lei la migliore parte di me. Ballai per lei, cantai per lei, lessi per lei, risi per lei, anche gli ultimi giorni, quando la paura la teneva sveglia la notte, e io dentro mi sentivo morire piano. È stata come una lenta malattia, inesorabile ed ineludibile. Ma in quei giorni invernali, dopo il tram e prima del furgone che me l’ha portata via, ho amata Sarah di un amore che voi, meschini invidiosi, non proverete mai.

Celia Visciglia
Cristina Colombo Bolla

Lettura e interpretazione di Celia Visciglia.

Testo di Elena Gallia (Officina Letteraria).

Allestimento scenografico realizzato dagli studenti dell'Accademia Ligustica di Belle Arti: Marnie Visciglia, Giulia Sambuceti, Luna Roncarolo, Daniela Birlizzi, Cecilia Danesi, Maria Elena Scorza.